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Viaggiare da Genova a Torino mi è costato 280 euro

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Il viaggio a bordo di un taxi ‘sostitutivo’ del treno. Tanto paga Trenitalia

La mia ultima disavventura con Trenitalia l’ho vissuta domenica 2 novembre e si divide in due tranches. La prima la chiameremo “La disorganizzazione”, mentre la seconda, “Surrealismo”. Provo a sintetizzare.

Atto I – La disorganizzazione

Il fine settimana del 1° novembre si è tenuto a Lucca la famosa manifestazione dedicata al fumetto (Lucca Comics), con una forte affluenza di viaggiatori (molti cosplayer in tenuta Anime) verso la ridente località toscana. Organizzati alcuni treni speciali, Trenitalia credeva di aver fatto abbastanza. Invece, nel pomeriggio di domenica 2 i treni sono stracolmi, si fatica a salire anche se si ha un posto prenotato e i binari delle varie stazioni sono affollati di persone che attendono il proprio treno. Io sono tra loro, a Viareggio, dove molti turisti del fumetto si sono recati in attesa della coincidenza verso il Nord Italia.

Il treno atteso per le 17.53 si presenta in stazione con oltre un’ora di ritardo. Al binario non ci sono addetti di Trenitalia, ma cinque o sei agenti della Polizia ferroviaria, che danno informazioni sui treni. Poche informazioni. All’arrivo del treno, diretto a Milano, il macchinista invita i passeggeri a non salire , perché “il locomotore è guasto, non so a che velocità andremo, né so se arriveremo a destinazione”. Il consiglio ai passeggeri è: “Prendete il prossimo treno, fa lo stesso tragitto ma arrivate prima”. Consiglio ‘personale’, perché gli altoparlanti in stazione non dicono nulla. Accetto il consiglio, attendo il treno successivo che dovrebbe consentirmi di prendere la coincidenza per Torino attorno alle 22.30 a Genova. Inutile dire che perderò la coincidenza.

Atto II – Surrealismo

Il treno delle 17.53, sebbene in forte ritardo, riesce a raggiungere Genova e a consentire ai pochissimi viaggiatori che trasportava il trasbordo sul regionale per Torino. Il treno successivo, invece, no. Accumula ritardo su ritardo, è strapieno di gente e i viaggiatori non riescono a ottenere informazioni perché il capotreno è bloccato alla carrozza 4 che non ha il microfono funzionante (voci di corridoio, eh). Usando l’app per il telefonino di Trenitalia scopriamo diverse cose: 1) il nostro treno viaggia con un’ora abbondante di ritardo; 2) quello delle 17.53 viaggia comodamente, anche se in forte ritardo, verso Milano; 3) la coincidenza per Torino salta perché a Genova fanno partire (in ritardo) il treno senza attendere noi che pure eravamo a Chiavari.

Il capotreno finalmente raggiunge il microfono. E annuncia: «I passeggeri diretti in direzione Milano e Torino scendano a Genova Piazza Principe dove troveranno pullman sostitutivi che li condurranno a destinazione». Così, la permanenza notturna in una delle stazioni genovesi è scongiurata. Ma a Principe, i tanti viaggiatori (direi un paio di centinaia) scoprono che di pullman in attesa ce n’è uno solo, ed è diretto per Milano. Una volta riempito e partito, gli altri viaggiatori restano a piedi. Nessuna assistenza. Un povero cristo dell’assistenza clienti si attacca la telefono e cerca di organizzare il trasbordo dei passeggeri dei treni su altri mezzi, anche per evitare il linciaggio che si fa via via più concreto.

L’assistente di Trenitalia, incolpevole e impanicato, vola verso i taxi e organizza tre o quattro macchine per i viaggiatori diretti a Novi Ligure, Serravalle e Arquata, località più prossime a Genova. Poi urla: «Qualcuno va a Torino?». Alzo la mano, mi indirizza verso una Ford bianca insieme a tre persone, due ragazze e un signore dagli occhi spiritati. Ci caricano in un taxi.

Epilogo

Seduto sul divano posteriore, posto centrale, osservo il tassametro e ascolto il tassista che ci racconta che non è la prima volta che fa questo servizio: accompagnare a Torino, Milano o Ventimiglia passeggeri e dipendenti di Trenitalia perché non ci sono più treni. Alla fine della corsa il tassametro segna 280 euro o poco più (purtoppo non sono riuscito a fare la foto): veniamo lasciati a Porta Nuova, dove scorgo altre due ragazze che avevo visto in attesa a Piazza Principe a Genova.

Non so quanti taxi siano partiti da Genova. Ma se ne sono partiti dieci, questo scherzetto è costato a Trenitalia 2.800 euro. Più il pullman per Milano. Più l’eventuale pullman per Torino. Forse è così che Trenitalia perde soldi.

Written by Pitrocchio

26 novembre 2014 at 12:40

Pubblicato su Pitrocchiate, Reality

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